Il setting terapeutico online: la psicoterapia a distanza al passo con i tempi

IL SETTING TERAPEUTICO E IL SETTING ONLINE

Il setting terapeutico online inteso come evoluzione del tradizionale setting terapeutico, è una consolidata realtà e può essere identificato come la nuova porta dello studio del nostro terapeuta. Il cambiamento epocale che gli psicoterapeuti, ma non solo loro, hanno dovuto affrontare ha cancellato decenni di scetticismo sull’efficacia della telepsicologia.

Il setting, in un contesto psicoterapeutico, delimita un’area spazio-temporale vincolata da regole che determi­nano ruoli e funzioni in modo da poter analizzare il significato affettivo dei vissuti del paziente.

Il setting terapeutico si costituisce di regole, principi, modelli, che danno forma a quello specifico evento che mira al benessere della persona. Esistono diversi tipi di setting in base al modello psicoterapeutico di riferimento del professionista; ogni modello ha i suoi assunti, le sue tecniche, i suoi strumenti, perfino la sua conformazione dell’arredamento.

La pratica della psicologia online, della terapia online,  la nascita di nuovi software per psicologi, si è improvvisamente diffusa e il setting terapeutico, elemento cardine di ogni seduta, si è aggiornato.

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Il setting terapeutico online: un setting inedito

La prospettiva, il mindset dello psicoterapeuta italiano, ha dovuto tener conto del repentino cambiamento, ed è inevitabilmente cambiata: per confrontarsi, e in alcuni casi scontrarsi, con una nuova realtà; superando le proprie barriere e facendo di necessità virtù.

Il cambio di prospettiva nei confronti della realtà è sempre un bene: nel lavoro come nella vita di tutti i giorni. In parole povere, aiuta ad affrontare gli ostacoli con una diversa predisposizione e da un diverso punto di vista, che spazi a 360° sulla realtà. Il setting terapeutico online può essere inteso, dunque, come un cambio di prospettiva; in un contesto, quello delle sedute di psicoterapia, che si è dovuto mettere in discussione e infine, inevitabilmente aggiornare con le sedute online.

La tecnologia fa ormai parte della quotidianità ed è necessario renderla adatta anche al rapporto terapeutico. La pratica a distanza richiede di concordare col terapeuta la costruzione di un setting terapeutico online sicuro; cioè di uno spazio di lavoro dove avvenga l’incontro terapeuta-paziente. Quello spazio della casa preferibilmente silenzioso e lontano da familiari e conviventi, per creare un “luogo” privo di interferenze ed intrusioni, per definizione privato.

 

Elementi caratterizzanti del setting terapeutico online

Lo studio dello psicoterapeuta è, in genere, un elemento sempre curato e ponderato. La stanza, essendo uno spazio fisico, solido, arredato e delimitato, insomma materiale, si impone facilmente ai nostri occhi e alla nostra mente come un elemento sul quale riflettere e da arredare con cura; proprio perché comunicherà tanto di noi. Ed entrerà così nell’ambito di ciò che sarà lavoro e relazione terapeutica.

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Se questo avviene a studio, avviene anche, a maggior ragione, in uno spazio virtuale, quando si parla di psicologia online; uno spazo che sarebbe sbagliato e avventato concepire come uno spazio neutro o, peggio, vuoto. Uno spazio nuovo, una prospettiva diversa e una visione più ampia che vanno “calibrati” e “decisi” con naturalezza, ma con cura e consapevolmente.

Gli elementi essenziali che entrano in gioco nel setting  terapeutico online di un processo psicoterapeutico si aggiungono a quelli caratteristici di una seduta tradizionale presso lo studio del nostro terapeuta.

Quando si passa alla modalità tecnologica è inevitabile considerare quali di questi elementi possano essere soddisfatti e quali, invece, richiedano una riorganizzazione nel nuovo contesto.

Il setting terapeutico online ha nuovi elementi caratteristici costitutivi fortemente implicati quando si ricorre ad una videoconferenza a scopo psicoterapico. Vediamoli.

  • Alleanza terapeutica: il valore aggiunto
  • Il tempo e lo spazio: la negazione
  • Orizzonte percettivo: una nuova dimensione
  • Il campo visivo: una nuova percezione
  • Il vedersi in una seduta online: un valore aggiunto
  • La sicurezza e la privacy: il problema ha già la soluzione 

Alleanza terapeutica

“L’alleanza è importante in tutti i contesti di terapia, inclusi i trattamenti che avvengono attraverso l’uso dei media. Infatti, differenti forme di terapia chiamano in causa diverse forme relazionali e a differenti livelli di intimità e di intensità, il terapista e il paziente devono trovare il modo più adatto di collaborare  in questo spazio mentale anche se non hanno un contatto faccia a faccia” – cit., (Norcross J.C. – 2012).

La protezione offerta dal nasconderci dietro ad un terminale può facilitare l’espressione delle emozioni reali, se la situazione non rientra nella nostra “zona di sicurezza”, la comunicazione su internet ci scherma attraverso il controllo che ci offre interrompendo la comunicazione. Questa ”via di fuga” offre la possibilità di pensare, di riflettere e di formulare con calma la risposta migliore ad ogni domanda no riflessione, scambiare opinioni con una libertà e una freschezza di cui raramente si gode nell’incontro  vis-à-vis in quanto la mancanza di segni mimici e posturali (visual cues) fà sì che le emozioni si intensifichino facilmente e velocemente. Perciò la relazione interpersonale su Internet può raggiungere lo stesso livello di comunicazione dell’incontro faccia a faccia – rif., (Barret e Wallace, 1994).

 

Tempo e spazio

Il tempo è un elemento importante per i processi cognitivi; e lo spazio, inevitabilmente, ad esso si affianca.

Seppur sfuggente a una precisa e univoca definizione, il tempo è uno dei fondamenti della nostra civiltà. E, come il tempo, anche lo spazio è intriso di significati culturali e soggettivi che portano ad una sua modificazione in base alle esigenze del momento. Oggi la civiltà si è definitivamente allontanata dalla concezione di un tempo ed uno spazio sovrano uguale per tutti – Rif.,Treccani.it/vocabolario/tempo.

Possiamo dire, quindi, che la realtà virtuale con cui oggi siamo tanto in confidenza, sia divenuto il principale mezzo, e il più immediato, attraverso il quale è possibile aggiungere o togliere misure allo spazio e al tempo anche e soprattutto nelle relazioni umane. 

Una delle principali evidenze, magari, sarà  che lo spazio-tempo così come lo abbiamo descritto, si trasformi in uno spazio-velocità e che  muti la lentezza che caratterizza, invece, i riti delle sedute in presenza. Ma non è detto che questo sia un problema.

Orizzonte percettivo nel setting terapeutico online

Spazi reali e spazi cognitivi digitali tendono sempre più spesso a sovrapporsi e, talvolta, sostituirsi.

La tecnologia ci permette di essere virtualmente, contemporaneamente, in un altro luogo. La percezione mentale di questa diversa dimensione virtuale e ben più forte di quella che percepiamo a livello fisico. Ma è inevitabile: la nuova realtà si espande, ed è una nuova dimensione; la si definisce oggi realtà aumentata (Augmented Reality, o AR)  e ci offre la possibilità di arricchire quella che è la percezione  della realtà grazie all’inserimento delle nuove tecnologie.

In altre parole, la tecnologia è il ponte che ci consentirà di muoverci verso il nuovo orizzonte, e lo spazio psicoterapeutico ne sarà prepotentemente dipendente. A beneficio delle applicazioni terapeutiche e delle sedute online.

Come molti studi confermano, tanto più il setting è familiare e confortevole, tanto più tranquillizza il paziente.
E così, il setting virtuale, il setting terapeutico online appunto, è casa propria: ed è un setting più reale che mai.

Campo visivo

La comunicazione via web offre uno scudo che fa sentire le persone più protette e aiutandole a fornire più facilmente informazioni personali.

Quando si comunica usufruendo dei servizi di videocomunicazione, tutto ciò che gli interlocutori fanno dalla propria parte dello schermo, dunque al di fuori del campo visivo, non viene inquadrato dalla webcam e, di conseguenza, resta celato. In psicoterapia, questa parte di non condivisione potrebbe rappresentare un ostacolo, ma solo se il terapeuta, come conduttore dell’incontro, non ha il controllo della seduta.
In tempi non sospetti, Freud conduceva le sue sedute di psicoterapia posizionandosi alle spalle del suo paziente (canonicamente disteso sul suo lettino, al centro della stanza). A parer suo, la posizione favoriva un approccio meno difensivo da parte del paziente. Nonostante mancasse il contatto visivo, dunque, la seduta procedeva regolarmente: lo scopo del dare (e avere) una attenzione massima alle parole era sempre raggiunto.  

Una situazione paradossalmente molto simile si verifica oggi in telepsicologialo stato di semi anonimato favorisce un abbassamento delle difese coscienti degli individui, a tutto vantaggio della terapia.

Vedersi nel setting terapeutico online

Una nuova realtà che “diventa una cosa in cui guardare e non solo una cosa da guardare” – (Winnicott D.W, 1967)

Una seduta di psicoterapia, coadiuvata dalla tecnologia delle videochiamate,  ripropone al paziente una situazione di particolare intimità. Vedere il volto del terapeuta (ed eventualmente se stessi) ripropone una situazione che si ritrova in quella situazione di stampo winnicottiano che identifica nel volto, in particolare, la sede “della base della nascita della personalità”.

La visione diretta e continua del volto, durante una seduta online, permette di andare  oltre l’immaginazione (di se stessi e del terapeuta): ognuno si fa vedere come realmente si è. Lo stimolo è quindi a conoscersi in una nuova dimensione. 

La dimensione della seduta con il video rimanda a quell’oggetto contenitore di Bion  (Bion W.R., 1962) che aiuta a vedere se stessi rispetto all’ identificazione proiettiva precedentemente elaborata (Melanie Klein, 1946).

Il setting terapeutico online offre, dunque, una nuova dimensione di intimità; e permette di rivelare una parte di se stessi che spesso viene messa in secondo piano e poco considerata. Mentre invece risulta essere uno degli elementi cardine di ogni relazione: personale e terapeutica. Condividere la propria intimità significa voler relamente condividere la propria vita a trecentosessanta gradi.

Definire, studiare, organizzarsi una propria dimesione di intimità per vedersi è  il primo grande esercizio in una seduta di terapia online.
Forse è il più difficile: ma è garanzia di sicuro successo.

Privacy e sicurezza

“Il problema non è la tecnologia, ma l’uso che se ne fa”.

La privacy e la sicurezza delle informazioni devono sempre essere garantite, sia in un contesto terapeutico classico che in una seduta online. Anche se può sembrare improbabile che un hacker miri ad appropriarsi dei contenuti dei colloqui di un terapeutacon i suoi pazienti, l’eventualità non va esclusa.

A tutela della privacy la comunità ha già i suoi riferimenti normativi controllati e attuati  dal GPDR: il Garante per la protezione dei dati personali  è un’autorità amministrativa indipendente istituita dalla cosiddetta legge sulla privacy (legge 31 dicembre 1996, n. 675), poi disciplinata dal Codice in materia di protezione dei dati personali (d.lg. 30 giugno 2003 n. 196), come modificato dal Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101. Quest’ultimo ha confermato che il Garante è l’autorità di controllo designata anche ai fini dell’attuazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati personali (UE) 2016/679 (art. 51). 

La sicurezza del cyberspazio non è certo una novità: il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica se ne sta già da tempo occupando.
E l’Unione Europea non è da meno: la protezione dei dati e della privacy online  resta sempre una priorità.

Non è certo un mistero quale sia il comportamento generale da tenere in queste situazioni: i dispositivi a cui si ricorre (sia come terapeuta che come paziente) devono essere muniti di una rete internet veloce dotata di password personale; possibilmente, non devono essere condivisi e devono essere dotati di protezioni antivirus, spyware e firewall.

Pertanto, per gestire nel migliore dei modi le sedute psicoterapeutiche online, è importante aver cura di affidarsi esclusivamente a quelle piattaforme di internet con supporto audio-video che offrono e garantiscono:

  • tutela della privacy
  • certezza dell’osservazione delle norme giuridico ed etiche

Una soluzione che garantisce il rispetto delle norme è PsyCare, un software rivolto a psicologi e psicoterapeuti per la gestione della psicologia online.

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